Un paio di giorni fa una mia cliente che era venuta per il collo bloccato a metà trattamento mi dice:
” non sapevo di avere così tanti muscoli nel collo”
e io: “e pensa che adesso siamo solo a metà strada” :-).
La scoperta del contenitore che scorrazza la nostra essenza per il mondo è sempre affascinante, vero?
Il collo poi è un intreccio complesso di strutture fisiche ed energetiche dense di significati…andiamo a darci un’occhiata!
Qui parlerò del lato fisico della faccenda e nei prossimi articoli dei suoi aspetti più sottili ma per mia esperienza e convinzione è tutto legato. Quando sotto parlerò di tensioni e disallineamenti, anche se per comodità espositiva cause ed effetti sono riportati al piano fisico, tutto è considerare in una sfera più ampia.
Tanta roba lì dentro
Well, non starò qua a fare un trattato di anatomia, informazioni in giro che ne sono molte, ma vorrei portare altre considerazioni di carattere funzionale.
Giusto per uno scarnissimo riassunto, il collo è formato da sette vertebre cervicali, composto e attraversato da vari strati muscolari (di cui i più facili da individuare da soli sono anteriormente sulla gola il platisma, lateralmente lo sternocleidomastoideo e gli scaleni e posteriormente dal trapezio), da piani fasciali, un pacco di articolazioni più ovviamente laringe e faringe, il midollo spinale e un buon numero di vasi sanguigni. (Chi volesse approfondire troverà qui bei filmati e qui accurate immagini 3D)
Già qui c’e’ da pensare a quanto questa parte di noi sia delicata e fondamentale e di come il suo buon funzionamento sia importante. La cliente di cui parlavo all’inizio aveva un collo così devastato da 10 ore al giorno di immobilità davanti al pc da avere, a parte i dolori, ricorrenti nausee e giramenti di testa. Senza espormi in diagnosi che non mi competono, credo che alla sua circolazione sanguigna e respiratoria non abbia giovato avere un collo della densità del cemento armato. E siccome ogni nostra parte si relaziona fisicamente e interiormente con gli altri pezzi di noi, tutto ciò comporta squilibri ad ampio raggio.
Movimento vitale
Il collo ha un numero impressionante di possibili movimenti, è programmato per questo. Il problema è quando lo usiamo (o non lo usiamo) nella maniera sbagliata.
Spesso abbiamo una postura scomposta del collo durante la giornata, rimaniamo troppo fermi nella stessa posizione o facciamo sempre e solo gli stessi movimenti, e questo è un problema ( e si, devi alzare lo smartphone all’altezza degli occhi, non il contrario 🙂 ).
Così alcuni muscoli si affaticano e stanno sempre in tensione e altri o diventano lassi o si fibrotizzano divenendo deboli e rigidi: il corpo va sempre in economia energetica e se non uso una sua parte per molto tempo lui crede che non serva e la nutre meno. Così a una certa mi sveglio un giorno e scopro che ho perso un tot di range di movimento, ho dolori continui e devo compensare il movimento perso usando altre parti del corpo con le relative conseguenze.
Altra faccenda è quando lo usiamo nella maniera sbagliata. Ogni pezzo di noi ha funzioni primarie dedicate e altre secondarie da attivare alla bisogna; non va fatto il contrario. Ad esempio se uso sempre il collo per dirigere lo sguardo tolgo lavoro e movimento agli occhi, carichi di cui hanno bisogno per la loro salute. Ancora, se ho il diaframma bloccato alcuni muscoli del collo andranno a fare un lavoro che non gli compete per cercare di compensare la capacità respiratoria persa e anche questo è un guaio perché si porta dietro dolori e scompensi posturali.
Equilibrio e flessibilità
Il collo è essenziale per la nostra verticalità. Un buon bilanciamento del corpo richiede che il collo abbia un allineamento verticale. Siccome, a meno di traumi che inducano tensioni dal collo al corpo, solitamente le tensioni dello stesso sono compensi delle strutture superiori (esempio relativi al morso e alla mascella) ma soprattutto a quelle inferiori ovvero al piano dorsale e a quello pettorale, bisogna che i segmenti del nostro corpo siano ben integrati e relazionati, che chiacchierino bene fra di loro invece di litigare e tenersi il muso :-).
Succede spesso che i muscoli superficiali, che hanno un ruolo più di fasciatura e sostegno che di impalcatura, vadano a fare il lavoro dei muscoli profondi che dovrebbero avere un ruolo maggiore nel movimento del collo. Questo incide sul benessere dello stesso, non solo i termini di tensioni muscolari ma anche come nutrizione insufficiente dei tessuti derivata dalla carenza di movimento. Abbiamo visto prima come il collo è attraversato da sistemi energetici fondamentali per il cervello.
Il collo sostiene la testa ed è un ponte fra testa e spalle e va tenuto bilanciato e ben relazionato con i suoi vicini. Il cranio funziona al meglio solo se su un piano orizzontale. se i muscoli del collo tirano nella maniera inappropriata perdiamo movimento, e indipendenza fra i movimenti dei vari muscoli, a livello della scapola e dello sterno, le coste perdono mobilità e quindi noi perdiamo funzionalità respiratoria, le spalle si arrotondano tipo gorilla e varie altre spiacevoli conseguenze.
Rimboccarsi i colletti
Ovvero darsi da fare in prevenzione o se danni ci sono, in risoluzione. Come? Propongo la mia esperienza personale e professionale, ma di buoni approcci ce ne sono a bizzeffe. Quel che conta come sempre alla fine è la pratica costante, l’atteggiamento mentale e il volersi bene!
Intanto un lavoro propriocettivo (leggasi, ascolto il mio corpo) durante la giornata per sentire come è messo il mio collo. E’ teso? Storto? Floscio? Ogni tanto fermarsi e risistemare la posizione, allentare le tensioni. Al collo piace essere considerato 🙂
Setting di lavoro. Vedere se il modo e le posizioni in cui lavoro posso danneggiare la salute del mio collo e applicare dei correttivi, che vanno da un rialzo del pc al piegarsi di più sulle gambe per prendere un carico piuttosto che piegare il collo. Alla fine della fiera il risultato è quello di tenere il corpo nella migliore posizione fisiologica possibile.
Respirare bene. Ovvero non bloccare diaframma e coste, ampliare il movimento e la capacità respiratoria. E’ una cosa su cui punto molto e insegno ai miei riceventi, e fa bene per una marea di ragioni.
Lavorare sullo stress. Si vedrà bene nel prossimo articolo ma non ci vuole un genio per capire che stress ed emozioni vissute male influiscono sul fisico.
Trattamenti. Il massaggio e trattamenti come lo shiatsu e lo stretching assistito sono vie dirette, ma a seconda dei casi tecniche che lavorano maggiormente sul piano energetico e mentale come riflessologia plantare e reiki possono essere molto utili.
Movimento! Eh si, dopo tutto quel che si è detto…va fatto. Ci sono molti modi ma l’importante è muoverlo (bene) questo collo :-). Io faccio fare allungamenti e mobilizzazioni, che coinvolgono anche la zona dorsale ovviamente, insegnando tecniche di stretching e sequenze di daoyin ma anche portando a esplorare in maniera consapevole e istintiva di cosa ha bisogno in quel momento il collo della persona. Alla fine, è sempre una comunicazione con noi stessi, noi operatori siamo alla fine solo dei tecnici dell’audio che fanno in modo che i due protagonisti riescano a sentirsi bene.
Alla prossima puntata. Buon collo a tutti!
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