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No, non è questo un richiamo shakespiriano :-).

Il mio sito si chiama “Ayurdhara – uno spazio per il Ben-Essere”. Perchè non “Benessere”? Non è questo un vezzo personale o un modo per distinguersi ma indica la mia visione riguardo allo “stare bene” di cui vorrei parlarvi.

Iniziamo dal principio.

Cosa significa la parola “benessere”?

Secondo il dizionario Treccani:

  • Stato felice di salute, di forze fisiche e morali
  • Condizione prospera di fortuna, agiatezza
  • Sensazione soggettiva di vita materiale piacevole

Il concetto attuale di benessere indica quindi uno stato ottimale di salute fisica ed emozionale e si lega anche molto alla prosperità materiale. Si parla infatti di “società del benessere” indicando i paesi ricchi del mondo. Ma come si esplica l’ottenimento di questa condizione? E ancora, bastano solo queste condizioni per “stare bene”?

Vorrei del benessere…certo, quanti etti facciamo?

Piccola ironia su certi paradossi nella ricerca del benessere. Scherzo, ma non troppo. E’ certo sacrosanto desiderare e lavorare per una vita migliore e felice, ma volte la ricerca del benessere crea malessere.

Quanto lavoro e tempo spendo per acquisire oggetti e servizi che mi dovrebbero dare benessere?

Meglio fare una valutazione costi/benefici. Certo la moto per svagarmi o il corso di yoga possono alzare la mia asticella di benessere, ma se devo ammazzarmi di doppio lavoro o trascurare sistematicamente la mia relazione forse vanno rivisti i conti. Se mi stresso per stare bene, qualcosa non torna.

Quello fa bene. E anche quello. Lo dice anche l’esperto.

Certo, l’informazione e le consulenze sono importanti, ma bisogna valutare bene le fonti, ora poi che le notizie si ribaltano dall’oggi al domani. Da quali fonti prende le informazioni quel sito? Che curriculum ha quell’ “esperto”? Ma soprattutto, farà bene quella cosa anche a me? Correre può essere un buon esercizio, ma non se sei molto in sovrappeso altrimenti saluti le ginocchia, e la dieta crudista è ricca di elementi vivi ma se hai uno scarso fuoco digestivo rischi di sottoalimentarti.

Quanto il mio senso di stare bene è sentito o indotto? Se cambiassi qualcosa, potrei stare meglio?

Non voglio dire che siamo privi di discernimento ma abitudini, tradizioni e norme sociali possono influenzare la nostra percezione. I pasti regolari sono importanti, si sa, ma devo proprio pranzare alle 12? mangio perchè ho fame o perchè è ora di mangiare? Magari ascoltandomi scoprirei che ho bisogno di più tempo per smaltire la colazione e la mia digestione ne gioverebbe.

Non parliamo poi di benessere indotto. Ormai è un brand imperante e sembra che chiunque sia li per venderci la soluzione che ci farà stare bene (so cosa stai pensando e no, non è il mio caso, stare bene è responsabilità tua 🙂 ), ma è la soluzione adatta per ME?

Il Ben-Essere: un paradigma diverso

Il mio concetto di ben-essere comprende certo quello di benessere, ma in chiave più amplia.

Parlo del perseguire di pari passo i bisogni materiali e quelli immateriali. Di comprendere le priorità e cosa abbiamo veramente bisogno.

Di coltivare di pari passo il corpo, la mente e la spiritualità. Di non polarizzarci su un aspetto tralasciando il resto. Se abbiamo un corpo e una mente un motivo c’è, ma se ci fossero solo quelli mancherebbe qualcosa di fondamentale nella vita.

Di ascoltarci, sentire nelle nostre necessità, i nostri bisogni. Ascoltare i messaggi del nostro corpo, i bisogni del nostro mondo interiore per fare le scelte migliori per noi. Non lasciare il nostro potere agli altri.

Di essere curiosi e scoprire, sperimentare. Di non permettere a nessuno di affibiarci sentenze o stroncare i nostri sogni.

In sintesi Ben-Essere per me è volersi bene e accompagnarsi al meglio in questa vita.
Difficile certo, ma vale la pena provarci.

Andrea Cappannari

#benessere #vita #ayurdhara #andreacappannari

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